CIU – UNIONQUADRI e la riduzione dell’orario di lavoro.
Si torna a parlare nuovamente di riduzione dell’orario di lavoro dopo le dichiarazioni rese dal Premier finlandese Sanna Marin che ha proposto nel proprio paese la riduzione dell’orario di lavoro da 6 a 4 ore quotidiane.
La proposta ha trovato eco anche nel nostro paese anche ad opera del presidente dell’INPS Pasquale Tridico e di altri studiosi della materia.
La riduzione, secondo i sostenitori della stessa andrebbe compensata con una riduzione del prelievo fiscale per cui essa avverrebbe a parità di retribuzione. Non va dimenticato che in Italia, nonostante l’alto numero di ore lavorate, non si registra un aumento del PIL o della produttività.
CIU Unionquadri non avanza pregiudizio alcuno verso una simile proposta, ma fa notare le diversità esistenti nel mondo del lavoro che non sempre suggeriscono soluzioni univoche.
Come sindacato delle professionalità medio – alte, CIU UNIONQUADRI nota come il lavoro umano non presenti sempre le stesse caratteristiche.
Infatti, di fronte a professioni e prestazioni che ben possono concentrarsi in un minor impegno orario, ve ne sono altre che involgono attività di studio, di relazioni umane, di ricerca, la cui durata è difficilmente programmabile e contenibile in limiti rigidi. E’ questo il caso di molti lavoratori appartenenti alla categoria dei quadri e dei professionisti dipendenti.
In questo caso, non tanto una rigida riduzione dell’orario, quanto piuttosto la tendenziale liberazione del lavoratore dal vincolo di orario nel rispetto di obiettivi potrebbe rappresentare la giusta soluzione.
Si chiede pertanto una totale revisione dell’impegno orario che tenga conto delle diverse caratteristiche di ogni prestazione.
In presenza di una normativa che stabilisce come le disposizioni ed i limiti in materia di orario di lavoro non trovano applicazione nei confronti dei dirigenti e del personale direttivo, si chiede che essa sia ristretta ai soli dirigenti ed ai quadri ed applicata coerentemente, consentendo a queste categorie ed in particolare ai quadri una reale flessibilità di orario di lavoro, correlando la prestazione agli obiettivi da raggiungere prima che alle ore lavorate ed a criteri di reale premialità.
Interessante e da concordare con le organizzazioni dei quadri, l’istituto dello smart working o lavoro agile che consentirebbe a diverse professionalità anche emergenti di organizzare almeno in parte la propria prestazione coerentemente alle caratteristiche della stessa ed agli obiettivi da raggiungere.